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Stefano Pezzato
28 mar 2020
Nel 1969 Mariotti realizza la sua prima azione pubblica, Carta bianca, nel centro abitato di Molin del Piano presso Pontassieve (Firenze), che viene colorato liberamente dai ragazzi della scuola media.
L’esperienza collettiva assume il carattere del vivace happening urbano, scuotendo il paese dalla routine quotidiana in cui è immerso. Nel 1972 Mariotti compie un’operazione analoga, Ostacolo, occludendo l’uscita della platea del Teatro Metastasio di Prato con un grande foglio di carta che funziona da controsipario posto fra il pubblico dello spettacolo (Antigone di Sofocle) e il suo ritorno alla vita reale, riuscendo a capovolge i ruoli degli spettatori in attori, spinti in un gesto finale di teatrale ribellione e liberazione a sfondare lo sbarramento e ad uscire di scena. Nello stesso anno irrompe a Venezia, in occasione della Biennale, fornendo ai passanti di Piazza San Marco delle retine adatte a compiere una fantomatica Caccia alle Farfalle (1972), per provare a dare un senso poetico alla vita, a liberare la propria fantasia, più che suggerire o mostrare le possibilità di fruizione dell’arte contemporanea in laguna. In questa direzione si può interpretare anche il coevo Segnale stradale di Lavori in corso, dove la figura umana intenta a scavare è ritoccata in veste multicolore di Arlecchino, ribaltando l’idea di eventuale pericolo in un sollecito invito al rischio. All’inizio del 1972 espone per la prima volta in una galleria d’arte, la Galleria di Porta Ticinese a Milano, insieme al poeta sperimentale Corrado Costa, membro del Gruppo 63, un immaginario Dialogo numerico a quattro mani, composto da una serie di Numeri tridimensionali in gesso (0234, 1345, 2456, ecc.) realizzati da Mariotti e disposti a terra sopra fogli di carta con i numeri mancanti indicati come titoli (uno, due, tre, ecc.) da Costa. Il sodalizio con Costa, che durerà fino alla scomparsa di quest’ultimo nel 1991, era iniziato qualche mese prima: il poeta reggiano (introdotto a Mariotti da Maurizio Nannucci e Claudio Parmiggiani) faceva da intermediario per la gallerista Rosanna Chiessi, intenzionata a realizzare un “mazzo di carte” da briscola affidate a quaranta artisti. Mariotti aderisce al progetto interpretando il Fante di Coppe (1973), un autoritratto fotografico in posa da elegante cameriere che porge una coppa di vino, sospeso sul simbolo matematico di infinito. Contestualmente si era già posto “al servizio” dell’arte come grafico, realizzando i manifesti per le mostre personali di Maurizio Nannucci alla Galleria Flori di Firenze (aprile 1972) e di Henry Moore al Forte Belvedere di Firenze (maggio-settembre 1972), Per la quale compone graficamente anche il catalogo.
Ancora Galleria 1
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